I dentisti ha una nuova arma per proteggersi dai furti
Assicurarsi è il minimo, dotarsi di un buon sistema d’allarme è saggio e anche mettere un paio di telecamere non guasta. Ma siccome i ladri non si fermano facilmente e anche con le sirene in sottofondo riescono spesso ad arraffare macchinari costosissimi, ecco che i dentisti – gli studi dei quali sono sempre più nel mirino di bande specializzate – si attrezzano con nuove difese.
A cominciare dai nebbiogeni, un’arma anti-intrusione che scatta insieme all’allarme, satura i locali di una nebbia bianca, densa e impenetrabile – atossica e dunque innocua per persone e animali – costringendo i ladri alla fuga immediata. O almeno così ci si augura.
La nuova arma fa parte di un pacchetto-sicurezza che i dentisti del Veneto, con quelli padovani in prima linea (se non altro per il numero di furti subiti) ha adottato in questi giorni, con la speranza di invertire la rotta del 2015, anno che ha fatto registrare un impressionante numero di colpi “mirati” ai danni di studi dentistici.
Il primo passo è la segnalazione alle forze dell’ordine di personaggi sospetti. È stato infatti appurato che in molti casi i ladri fanno un sopralluogo negli studi da svaligiare fingendosi pazienti o fornitori. «Io stesso, che ho subìto due furti con un danno da 60 mila euro, a mente fredda ricordo pazienti strani che sono venuti nel mio studio un paio di mesi prima dell’effrazione», racconta Ferruccio Berto, presidente di Andi Veneto. ll secondo passo è la dotazione di sicurezza. «Con i nebbiogeni contiamo di mettere in fuga i ladri», aggiunge Berto. «I primi minuti dopo l’intrusione sono cruciali e per questo vorremmo neutralizzarli semplicemente rendendoli ciechi. I carabinieri, poi, ci hanno suggerito di collegare i nostri sistemi d’allarme con la loro centrale».
La tempestività è tutto. E negli studi dentistici conta ancora di più, perché i ladri spesso, pur di portare via i macchinari in breve tempo, combinano disastri, rendendo poi gli studi inagibili per settimane. «Alla fine il danno parte sempre dai 20 mila euro e i dentisti devono chiedere aiuto ai colleghi per poter continuare un minimo l’attività», spiega Berto. «Siamo di fronte ad un’autentica emergenza, perché i ladri sanno dove mettere le mani e quasi sempre agiscono su commissione, portando via macchinari molto costosi che poi probabilmente sono destinati al mercato estero».
Fonte: mattinopadova.gelocal.it