Il brevetto di un’azienda di Modena che ha debuttato al Museo storico di Lecce. Consente di monitorare i flussi dei visitatori ma può anche essere installato in casa per rilevare ad esempio la caduta di anziani soli
di Gaetano Cervone
Permette un monitoraggio in tempo reale senza ricorrere alla videosorveglianza. Per questo nei luoghi pubblici consentirebbe una precisa valutazione dei flussi di spostamento e del comportamento delle persone, mentre nei musei contribuirebbe alla salvaguardia delle opere senza la necessità di telecamere per tutti gli angoli delle sale. Come dire: la privacy prima di tutto. Ma sono solo alcune delle possibili applicazioni di ciò che è stato già ribattezzato il pavimento intelligente, dotato di un sistema sensoriale particolarmente sensibile che permette di rilevare qualsiasi movimento di pressione in superficie fino ad identificarne la natura.
Il pavimento intelligente in ceramica
Lastre in ceramica di 4 millimetri
L’idea porta la firma dell’azienda modenese Florim Ceramiche che ha depositato il brevetto internazionale e realizzato con i ricercatori del Centro Softech-ICT dell’Università di Modena e Reggio Emilia il «Florim Age», la prima pavimentazione continua a sensori che venerdì 18 settembre ha debuttato al Museo storico della Città di Lecce nell’ambito dell’inaugurazione del teatro virtuale. Mentre gli attuali sistemi dotati di sensori necessitano di pedane, moquette o parquet oltre ad apparecchiature invasive e costose (utilizzate quasi esclusivamente in ambito medico), il pavimento Florim Age consente invece di utilizzare sottilissime lastre in ceramica con uno spessore di appena 4 millimetri e mezzo ottenendo maggiori risultati ad un costo anche dieci volte inferiore: «Produciamo lastre ceramiche in gres porcellanato per tutte le esigenze dell’edilizia, dell’architettura e dell’interior design, ma come azienda siamo da sempre molto sensibili anche ad aspetti legati al sociale – spiega Davide Muccinelli, project manager di Florim, azienda con oltre mille e trecento dipendenti che da oltre 50 anni produce superfici in ceramica –. La nostra indole particolarmente innovatrice e diverse partnership di ricerca ci hanno portato ad esempio a sviluppare nuove soluzioni con possibili ricadute anche in ambito sociale».
Cadute in casa sotto controllo
Da qui l’idea di una speciale pavimentazione che ad esempio consentisse di monitorare da qualsiasi postazione gli spostamenti degli anziani che vivono da soli in casa, segnalando eventuali cadute. Il risultato finale presenta lastre di ceramica con una particolare guaina rivestita di sensori che ne permette l’installazione su qualsiasi pavimentazione senza l’utilizzo di colla: «Sistemi attualmente in circolazione prevedono moquette o parquet – sottolinea Muccinelli – Il nostro ha invece una superficie esteticamente unica e disponibile in diverse finiture, con tutte le caratteristiche migliorative della ceramica: si può lavare, non è attaccabile da acidi si può installare su qualsiasi rivestimento». All’innovativa modalità di sensorizzare il pavimento ci hanno pensato i ricercatori del Centro Softech-ICT dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che si sono inoltre occupati dell’elaborazione dei dati: «Abbiamo ideato un sistema che consente al pavimento di diventare una vera e propria telecamera – spiega la professoressa Rita Cucchiara, direttore di Softech-ICT – Una particolare disposizione dei punti sensoriali come fossero dei pixel consente di rilevare immagini o addirittura dei video di come varia il peso di pressione di ciò che calpesta il pavimento. E questo in futuro ci consentirà di rilevare non solo la presenza, ma anche il comportamento delle persone su queste superfici».
Un sensore ogni 12 centimetri
Ogni 12 centimetri quadrati nasconde un sensore, questo significa che in una stanza di piccole-medie dimensioni sono presenti almeno 400 sensori con un controllo totale degli ambienti. Con questo sistema (la cui parte di ingegnerizzazione è stata curata dall’azienda bolognese Exelmicroel) le superfici percettive si comportano come veri e propri sistemi di acquisizione di immagini di pressione e vibrazione su cui applicare le elaborazioni, le analisi e in generale il software di visione che si stanno già diffondendo per telecamere e sensori 3D. Da qui i numerosi possibili risvolti per un pavimento esteticamente valido, leggero, economico, semplice da installare, che potrà essere così utilizzato (o comunque integrato) nell’ambito della domotica, per il monitoraggio di persone parzialmente autonome, per la sorveglianza di edifici, nell’analisi dei flussi pedonali nei luoghi pubblici, come in quelli privati.
fonte: www.corriere.it