Glossario
AND - OR
È un termine utilizzato normalmente nell’elettronica digitale, in linee generali si può dire che: considerando che un evento “A” sia legato al verificarsi di due variabili “B” e “C”, seguiremo la logica AND se sarà necessario che entrambe le variabili si verifichino per innescare l’evento, mentre seguiremo la logica OR se sarà sufficiente il verificarsi di almeno una delle due variabili perchè l’evento “A” sia innescato. Rapportato ai sistemi di sicurezza è spesso abbinato ai sensori a doppia tecnologia, dispositivi che, come dice la parola stessa dipendono dal funzionamento di due differenti sensori, questi attiveranno l’allarme solo se entrambe i sensori rileveranno l’intruso se saranno programmati in funzionamento AND, oppure alla rilevazione di almeno uno dei due se saranno programmati con funzionamento OR.
ANTIMASCHERAMENTO
È una funzione tipica dei volumetrici, i sensori dotati di questa caratteristica sono in grado di rilevare se vengono coperti o oscurati. La maggior parte dei dispositivi utilizza il sensore a microonde per rilevare questo tentativo di sabotaggio, ma alcuni utilizzano un sensore all’infrarosso attivo (il sensore emette un segnale all’infrarosso, se questo viene riflesso e torna indietro vuol dire che è presente un ostacolo davanti al sensore). In linea di massima entrambe i metodi sono ugualmente funzionali.
ANTISTRISCIAMENTO
Ogni sensore volumetrico ha un’area nelle immediate vicinanze, subito sotto di esso, all’interno della quale non è in grado di rilevare (è normalmente visibie dai diagrammi di copertura del sensore forniti dal produttore), e questo potrebbe permettere ad un eventuale intruso di passare vicino ad un sensore senza farsi vedere, appunto strisciando sotto di lui. I sesnori con l’antistrisciamento hanno una conformazione della lente attraverso la quale “vedono” (a volte è proprio una seconda lente dedicata solo a questo) fatta in modo da ridurre al minimo questa area, a volte in modo così efficiente da poter pesino dire che non esiste un angolo cieco del sensore.
AREE
Ogni centralina di allarme possiede diversi ingressi dedicati ai sensori, questi vengono chiamati ZONE, è possibile collegare diversi sensori sotto una unica zona, ma la centrale li vedrà tutti assieme come un unico dispositivo, le aree sono invece dei gruppi di zone, è così possibile raggruppare più zone (e quindi più sensori) sotto una unica area, la centralina sarà così in grado di comunicarci eventuali allarmi o malfunzionamenti specifici sulla zona/sensore ma l’utilizzatore avrà il vantaggio di poter agire su dei raggruppamenti di zone più semplici da gestire. Una divisione classica delle aree potrebbe essere: Finestre, Volumetrici interni, Volumetrici esterni.
AUTOALIMENTATA
Le sirene autoalimentate sono le sirene che possiedono una batteria al loro interno, necessitano comunque l’alimentazione continua da parte della centrale, ma la batteria permette loro una maggiore disponibilità di potenza al momento dell’allarme e la possibilità di suonare anche in caso di taglio del cavo di comunicazione con la centrale.
BIDIREZIONALE - MONODIREZIONALE
Si riferisce alla tecnologia utilizzata dai dispositivi via radio per comunicare con la centralina. I sistemi monodirezionali sono i più classici e “vecchi”, al verificarsi della situazione di allarme (es. finestra aperta) il sensore trasmette un segnale radio alla centrale, che lo riceve e deciderà sul da farsi (attivare sirene, chiamate, accensione luci…), il punto debole di questo sistema è che se il segnale per una qualuque ragione (es. interferenze) viene perso e non raggiunge la centrale questa non saprà mai che la finestra è stata aperta. I sistemi bidirezionali invece, si comportano come i sistemi monodirezionali, ma dopo l’invio della segnalazione aspettano dalla centrale una conferma di avvenuta ricezione del segnale radio, in caso contrario trasmetteranno di nuovo, e poi ancora, fino a che non avranno la certezza che la centrale di allarme abbia ricevuto la segnalazione. Questo sistema rende praticamente certa la comunicazione tra centrale e dispositivi, rendendo i sistemi via radio paragonabili a quelli via cavo.
I sistemi bidirezionali non sono però da confondere con i sistemi ricetrasmittenti, che indicano semplicemente i dispositivi in grado sia di trasmettere che di ricevere, un esempio sono le sirene via radio, in grado di ricevere i comandi di inzio/stop suono, e di inviare la segnalazione di tentata apertura del coperchio, ma se utilizzata su un sistema monodirezionale la sirena via radio non saprà mai se la centrale ha realmente ricevuto la segnalazione che qualcuno sta cercando di staccarla dal muro.
BILANCIATA
vedi anche NC-NO.
Una zona bilanciata, al contrario di una Normalmente Chiusa, inserisce una resistenza sulla linea di ritorno in centrale, questa è in grado di riconoscere il valore della resistenza e discriminare quando la linea viene interrotta, messa in corto circuito o se si prova ad inserire una resistenza di un valore differente, tutto questo aiuta a salvaguardarsi dai tentativi di sabotaggio sull’impianto. Le resistenze del valore corretto vengono sempre fornite assieme alle centrali che supportano le linee bilanciate.
COMBINATORE - COMUNICATORE TELEFONICO
E’ il dispositivo adibito ad effettuare le telefonate ai numeri preimpostati per avvisare dell’avvenuto allarme. Può essere PSTN (collegato sulla linea telefonica di casa) o GSM (con un dispositivo integrato paragonabile ad un cellulare), è superfluo sottolineare che il secondo risulta nettamente più sicuro in quanto non di facile manomissione come il cavo telefonico che passa sul pianerottolo o dalle cantine del palazzo (in certi casi anche in facciata) ed è un numero telefonico che nessuno conosce e quindi non è possibile renderlo occupato. I combinatori GSM inoltre abbinano spesso anche le funzionalità degli SMS. Le centrali più moderne hanno questo dispositivo integrato nella centrale stessa o integrabile con la semplice aggiunta di un modulo e spesso lo chiamano Comunicatore per sottolineare che a differenza dei dispositivi classici non si limita a dare l’allarme ma fornisce informazioni sulla tipologia di allarme in corso (furto, rapina, manomissione, anomalia…) e su quale dispositivo lo ha innescato, questi normalmente sono anche bidirezionali, danno quindi all’utente la possibilità di contattare la centralina per effetuare varie operazioni (inserimento, disinserimento, esclusione zone, controllo anomalie in corso…) da remoto tramite telefono.
COMPENSAZIONE IN TEMPERATURA
I volumetrici all’infrarosso passivo riescono a rilevare il movimento dei corpi caldi in quanto questi emettono più luce infrarossa dell’ambiente nel quale sono immersi, in quanto possiedono appunto una temperatura maggiore, quando la temperatura dell’ambiente sale avvicinandosi a quella corporea questa differenza di emissione diventa però più difficile da rilevare in quanto molto più simile. La compensazione in temperatura è una funzione essenziale quindi dei sensori volumetrici perchè gli permette di mantenere costante la sensibilità di rilevazione indipendentemente dalla temperatura ambientale, senza di questa i sensori all’infrarosso sono estremamente sensibili quando fa freddo e molto poco quando fa caldo.
CONTAFASCI - CONTAIMPULSI
I sensori volumetrici all’infrarosso passivo “vedono” attraverso una lente (di fresnel) o una superficie a specchio appositamente modellata che divide il loro campo di visione in vari fasci. La funzione contafasci (o contaimpulsi) che normalmente possiede questo tipo di sensori permette di scegliere quanti fasci deve attraversare il probabile intruso prima che venga generato l’allarme, questo si rivela di estrema utilità quando il sensore è installato in un ambiente soggetto a possibili fonti di falso allarme (es. correnti d’aria) o quando si richiede la massima sensibilità per questioni di sicurezza.
DOPPIA TECNOLOGIA - TRIPLA TECNOLOGIA
vedi anche AND-OR.
La Doppia Tecnologia è un sensore volumetrico che utilizza contemporaneamente i principi dell’infrarosso e quelli della microonda. Alcuni di questi permetto anche la selezione di funzionamento AND-OR, dal momento che l’infrarosso è più sensibile in attraveramento e la microonda in avvicinamento, e che i due lavorano su principi completamente differenti, otterrò una maggiore immunità dai falsi allarmi con il funzionamento AND (entrambi hanno rilevato qualcosa a distanza di pochi secondi uno dall’altro) oppure un sensore particolarmente sensibile in modalità OR (è sufficiente che uno dei due rilevi qualcosa per generare l’allarme).
I sensori a tripla tecnologia sono normalmente impiegati all’esterno e per ridurre i falsi allarmi utilizzano due infrarossi e una microonda in modalità AND.
FRESNEL
I principi della lente di Fresnel (inventata appunto da Augustin Jean Fresnel nel 1827) hanno oggi moltissime applicazioni, nei sistemi di allarme hanno una funzione fondamentale sui volumetrici all’infrarosso passivo in quanto permettono di ridurre le dimensioni delle di ottiche necessarie al buon funzionamento dei sensori. Il sensore all’infrarosso riesce a “vedere” l’ambiente in cui si trova suddividendolo in fasci, nel momento in cui un corpo caldo (e che quindi emette luce infrarossa) attrversa il suo campo visivo lui è in grado di rilevarne il passaggio da un fascio all’altro generando così un allarme.
Lenti di Fresnel
Le lenti di Fresnel offrono la possibilità più semplice di segmentare il campo di rilevamento di un rilevatore di infrarossi. Si dispone una combinazione di lenti singole in un segmento circolare. Nel caso di un angolo di rilevamento massimo di 180° è possibile sorvegliare in modo affidabile una superficie massima di 225 m2. Una seconda finestra ottica per l’area che si trova al di sotto della zona di rilevamento principale rende praticamente impossibile eludere i sensori strisciandovi al di sotto.
GESTIONE REMOTA
Si intende la possibilità di gestire il sistema pur non essendo fisicamente sul dispositivo, quindi telefonicamente o tramite internet.
GRADO PROTEZIONE IP
International Protection – dal momento che questa definizione non assume connotati particolari nell’ambito della sicurezza, riportiamo la definizione fornita da Wikipedia a riguardo.
“E’ un codice che riassume il livello di protezione di un’apparecchiatura elettrica contro il contatto accidentale o intenzionale con il corpo umano o con oggetti, e la protezione contro il contatto con l’acqua”
La codifica che viene utilizzata è composta sempre dal prefisso IP seguito da 2 cifre, più è alto il numero e più è alta a protezione, riportiamo di seguito le tabelle di riferimento.
La 1a cifra indica la protezione contro l’accesso di corpi solidi e contatto con parti pericolose:
Livello
Definizione Effetti pratici
IP0X Nessuna protezione
IP1X Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 50mm Protetto contro l’accesso con il dorso della mano
IP2X Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 12mm Protetto contro l’accesso con un dito
IP3X Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 2.5mm Protetto contro l’accesso con un attrezzo
IP4X Protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 1mm Protetto contro l’accesso con un filo
IP5X Protetto contro la polvere Protetto contro l’accesso di polvere o di un filo sottile
IP6X Totalmente protetto contro la polvere Totalmente protetto dalla polvere
La 2a cifra indica la protezione contro l’accesso di liquidi:
Livello Resistenza
IPX0 Non protetto
IPX1 Protetto da caduta verticale di gocce d’acqua
IPX2 Protetto da caduta di gocce d’acqua con inclinazione massima 15°
IPX3 Protetto dalla pioggia
IPX4 Protetto da spruzzi
IPX5 Protetto da getti d’acqua
IPX6 Protetto da ondate
IPX7 Protetto da immersione temporanea
IPX8 Protetto da immersione continua
Nei sistemi di sicurezza, normalmente, il grado di protezione IP viene indicato solo per quei dispostivi che è possibile installare all’esterno, per meglio specificare la loro protezione dalle intemperie.
INFRAROSSO
Con questo termine si intende un sensore Volumetrico all’Infrarosso Passivo, cioè un sensore in grado di rilevare il movimento di un oggetto che emette luce infrarossa (in generale un corpo con una temperatura superiore a quella ambientale). Si definisce passivo in quanto il sensore non emette alcun segnale ma “riceve” la luce infrarossa emessa, che generalmente viene veicolata sul vero e proprio sensore attraverso una lente di Fresnel o una lente a specchio. Lavorando sulla differenza di temepratura tra il corpo umano e quello ambientale il sensore diminuisce naturalmente la propria sensibilità con l’innalzamento della temperatura ed è suscettibile ai falsi allarmi dovuti a veloci movimenti d’aria calda/fredda che possono essere innescati da aria condizionata, spifferi o finestre aperte. Il suo minimo assorbimento di energia elettrica necessario al funzionamento lo rende particolarmente indicato nei sistemi via radio.
Per meglio comprenderne il funzionamento si consiglia anche la lettura del termine CONTAFASCI.
LENTE A SPECCHIO
I sensori all’infrarosso passivo possono funzionare con la lente di Fresnel o con una lente a specchio, la prima si occupa di concentrare la luce infrarossa direttamente sulla parte sensibile del sensore, la seconda invece è una superficie riflettente sagomata, la luce infrarossa colpisce lo specchio e viene deviata, grazie all’inclinzazione di questo, sul componente del sensore in grado di rilevarla. Il principio di funzionamento del sensore resta uguale per entrambe le soluzioni.
MAGNETODINAMICO/A
vedi Piezo.
OPEN COLLECTOR
vedi Uscita O.C.
MICROONDA - MW
Con microonda si intende un sensore Volumetrico a Microonde. Questo tipo di sensore emette un segnale radio ad altissima frequenza e bassissima potenza e ne analizza il riflesso, in base ai cambiamenti che questo subirà sarà in grado di rilevare il movimento di un intruso all’interno dell’ambiente che sta monitorando, i principi di funzionamento che utilizza sono gli stessi dei radar aerei e si basano sull’effetto Doppler. Al contrario dell’infrarosso, la microonda è più sensibile in avvicinamento che in attraversamento, ma soprattutto non conosce dei veri e propri ostacoli, essa è infatti in grado di oltrepassare, anche se in modo attenuato, pareti (soprattutto se in cartongesso) e vetri, è quindi di fondamentale importanza come viene posizionato, orientato e tarato. Data la sua estrema sensibilità (e quindi propensione ai falsi allarmi) diversi anni fa si è abbandonato l’utilizzo di questo sensore se non all’interno delle Doppie Tecnologie, oggi però con le nuove tecnologie digitali qualche produttore sta tornando a riproporlo.
MONODIREZIONALE - BIDIREZIONALE
vedi Bidirezionale – Monodirezionale.
NC - NO
Normally Closed – Normally Open. La prima indica una connessione Normalmente Chiusa, supponendo di avere un dispositivo (nel nostro caso generalmente è un sensore) che deve fornire un segnale attraverso due morsetti, dobbiamo aspettarci che questi, nella situazione di riposo, siano sempre in corto-circuito tra loro, nel momento in cui il dispositivo dovrà fornire la segnalazione aprirà il contatto tra i morsetti. Solitamente è il tipo di connessione più utilizzata sui sistemi di sicurezza in quanto, avendo una linea sempre chiusa, se la connessione dovesse essere interrotta per qualunque motivo (guasto, tentativo di sabotaggio, mancanza di alimentazione…) genererebbe un allarme, al contrario con una connessione di tipo Normalmente Aperta (in inglese NO), che ha un principio di funzionamento esattamente opposto, non si avrebbe tale garanzia.
OPEN COLLECTOR
vedi Uscita O.C.
PERCORSO
Le zone principalmente vengono programmate come istantanee o temporizzate. Le prime generano l’allarme non appena sollecitate, le seconde dopo un tempo predefinito, in genere sono temporizzate le zone che si è costretti ad attraversare per disattivare l’allarme quando tastiera o lettore della chiave elettronica si trovano all’interno dell’area protetta. Le zone percorso sono quelle zone che se sollecitate generano un allarme immediatamente, come le zone istantanee, ma se sollecitate in sequenza ad una zona temporizzata si trasformano anche loro in temporizzate.
Facendo un esempio pratico possiamo immaginare una stanza protetta da un volumetrico (zona percorso) in cui sono presenti una porta protetta con un contatto magnetico (zona temporizzata) e una finestra senza protezione. Se un intruso dovesse entrare dalla finestra il volumetrico farebbe scattare l’allarme immediatamente, ma se il proprietario dovesse entrare dalla porta e poi essere rilevato dal volumetrico la centralina lascerebbe comunque trascorrere il tempo programmato prima di generare l’allarme.
PERIMETRALE
Con il termine perimetrale si intendono tutti i sensori che hanno come scopo quello di proteggere il perimetro di un ambiente, i più classici sono i contatti magnetici o i sensori sulle tapparelle, ma rientrano in questa definizione anche i sensori di vibrazione o i microfoni che rilevano i tentativi di abbattimento dei muri, i volumetrici esterni, le barriere attive, i sensori di calpestamento del terreno e quelli di scavalcamento delle reti, anche se abitualmente tutte queste categorie si cerca sempre di specificarle separatamente.
PET IMMUNE
Con il termine PET in inglese si indica un generico animale domestico, da un sensore che ha tra le sue specifiche questa caratteristiche dobbiamo quindi aspettarci che sarà in grado di discriminare il movimento di un essere umano da quello di un gatto, un cane o un uccellino in gabbia ed evitare quindi allarmi impropri se a muoversi per casa non è un ladro ma il beneamato Fido, nella realtà non è proprio così.
I sensori PET immuni hanno normalmente dei filtri sulla lente all’infrarosso passivo che ne riduce in modo considerevole la sensibilità, così facendo non sono in grado di rilevare gli animali a sangue caldo quando questi hanno una massa inferiore ad un certa soglia (normalmente che varia da i 18 ai 38 Kg, in funzione di marca e modello di sensore), i dispositivi più complessi utilizzano principi di funzionamento lievemente differenti anche per la microonda (quando sono a doppia tencologia) e soprattutto logiche dei microprocessori per l’interpretazione dei segnali differenziate. Il principale discriminante resta comunque il filtro sulla lente dell’infrarosso rendendo normalmente questo tipo di sensore un po’ meno sensibile rispetto a quelli tradizionali, soprattutto quando la temperatura ambientale è piuttosto alta (es. in estate) e l’infrarosso riduce naturalmente la sua sensibilità. Va inoltre sottolineato che i costruttori di questo tipo di sensori normalmente garantisce il buon funzionamento degli stessi a patto che l’animale domestico non si avvicini a meno di una distanza stabilita (in genere 1 o 2 metri), in caso contrario, anche se piccoli, potrebbero essere interpretati come intrusi di dimensioni più grande e generare falsi allarmi.
PIEZO
Il termine è una abbreviazione di Piezoelettrico/a e normalmente identifica una tipologia di sirena. La piezoelettricità è la proprietà di alcuni cristalli di generare una lievissima tensione se compressi e, in modo analogo (che poi è quello che interessa a noi), di espandersi se sottoposti ad una tensione elettrica. Sfruttando questa loro caratteristica è possibile generare dei suoni ed utilizzare quindi delle sottili membrane come sirene. Le sirene piezoelettriche hanno la caratteristica di assorbire meno corrente ed essere più compatte (a parità di potenza sonora) rispetto alle tradizionali magnetodinamiche (che sfuttano invece gli stessi principi degli altoparlanti), ma emettono un suono che ha meno capacità di propagazione ed è più facile da attutire.
PROSSIMITÀ
Le chiavi di prossimità (o TAG) sono quelle chiavi elettroniche che non hanno bisogno di contatti elettrici per funzionare ma vengono lette dall’inseritore al solo avvicinarsi, in prossimità appunto.
PSTN
È la normale linea telefonica analogica di casa, quella fornita con un contratto standard da Telecom Italia. I combinatori telefonici PSTN sono compatibili anche con le linee ADSL (in quanto questo è un segnale in più aggiunto alla linea PSTN), importantissimo è l’applicazione del filtro ADSL in ingresso al combinatore per evitare che questi non riconosca i toni della linea. Molti operatori oggi forniscono una linea “paragonabile” a quella di Telecom, arrivano cioè fino all’interno dell’abitazione con un segnale digitale e poi un dispositivo apposito si occupa di generare un segnale telefonico tradizionale, questo però a volte non è propriamente identico a quello della linea standard e potrebbe non essere compatibile con i combinatori telefonici.
TAG
vedi Prossimità.
TAMPER
vedi anche 24h.
È la linea di guardia a protezione dei dispositivi, normalmente è un microinterruttore o qualcosa di simile montato sul coperchio o sul fondo del dispostivo stesso in modo da rilevarne l’apertura o il distaccamento dal muro. Per la centralina d’allarme la zona Tamper è una zona attiva 24h, cioè se sollecitata, anche a impianto disattivato, genera un allarme di tentata manomissione (o sabotaggio) proprio per evitare che qualcuno possa, anche ad impianto disattivato, aprire un sensore e agendo dall’interno, fare in modo che non rilevi il passaggio dell’intruso.
TELEASCOLTO REMOTO
Indica la possibilità per la centralina di far ascoltare i rumori ambientali della stanza in cui è installata utilizzando un semplice telefono. Normalmente si chiama la centralina d’allarme e attraverso un menu guidato (differente a seconda di marca e modello) è possibile ascoltare i rumori percepiti dal microfono che è installato sul dispositvo adibito a questa funzione (normalmente la tastiera). Alcune centrali hanno anche la funzione di SPEAK OUT, cioè oltre ad ascoltare è possibile parlare e la voce verrà riprodotta dal dispositivo in questione, quasi sempre però non è possibile eseguire ascolto e riproduzione contemporaneamente.
TEMPO DI BLOCCO - CUT OVER
È un parametro tipico delle sirene autoalimentate, queste ricevono in modo continuativo alimentazione da parte della centralina, nel momento in cui questa viene a mancare la sirena comincia a suonare utilizzando la batteria al suo interno, in quanto potrebbe essere indice di un tentativo di sabotaggio. Il Tempo di Blocco (o Tempo di Cut Over) indica dopo quanti minuti questa cesserà di suonare pur non avendo ancora ricevuto da parte della centrale il comando di interruzione. Questa funzione è importantissima in quanto senza di essa, in caso di anomalia o guasto della centrale, la sirena comincerebbe a suonare e non smetterebbe fino al completo esaurimento della batteria al suo interno (potrebbero volerci ore), arrecando non poco disturbo.
TRIPLA TECNOLOGIA
vedi Doppia Tecnologia -Tripla Tecnologia.
USCITA O.C.
Per uscita, normalmente riferito alle centrali o alle espansioni di queste, si intendono i comandi che posso essere attivati. Le centrali filari hanno un determinato numero di ingressi ai quali normalmente vengono collegati i sensori, e che servono alla centrale stessa per acquisire lo stato dei dispositivi, e poi hanno le uscite che servono per fornire all’esterno un comando o una segnalazione (il termine ingresso-uscita fa quindi riferimento all’informazione rispetto alla centrale). Le Uscite O.C. (Open Collector) si possono quindi interpretare come degli interruttori che vengono attivati o disattivati in base a come noi scegliamo di programmare la centrale e in base a quello che il produttore di questa ha deciso di poterci far eseguire (es. al verificarsi di un allarme, di una anomalia, all’inserimento del sistema, alla rilevazione di un determianto sensore…).
Senza scendere troppo nei dettagli tecnici possiamo idealizzare un comando Open Collector come un interruttore che quando attivato ci collega al negativo, mentre quando è disattivo lascia il morsetto “appeso”, cioè senza alcun collegamento, vien da se che se io collego alla mia uscita un dispositivo che è già collegato ai 12V, potrò attivare e disattivare il dispostivo stesso a mio piacimento. Le uscite O.C. hanno sempre una corrente massima piuttosto limitata (in genere 100mA) è quindi buona norma utilizzarle per comandare un dispositivo che assorba poca corrente (un piccolo relè) che poi a sua volta può attivare/disattivare un dispositivo di potenza (es. un relè più potente, delle luci, una sirena, l’irrigazione, la caldaia…).
VOLUMETRICO
Si intende con volumetrico un qualunque sensore o un insieme di sensori atti alla rilevazione del movimento di un individuo all’interno di un’area specifica. Al contrario del perimetrale, che si limita a rilevare l’attraversamento di una determinata soglia, il volumetrico rileva se il presunto intruso continua a muoversi all’interno dell’area protetta ed è in grado di generare anche più allarmi in sequenza, ed è per questo motivo che la protezione volumetrica è molto più importante di quella perimetrale che invece potrebbe attivare un solo ciclo di allarme.
ZONA
Le zone di un sistema di allarme sono la più piccola parte nel quale questo, ad installazione avvenuta, sara suddividibile ed identificabile. Normalmente un sistema ha le zone e le aree (un gruppo di zone). Nei sistemi filari ogni zona fa capo ad un ingresso (quindi ad un morsetto) ben specifico, mentre nei sistemi via radio normalmente ogni sensore fa capo ad una zona, ma non è la regola, a volte è possibile collegare più sensori sotto la stessa zona o collegare un solo trasmettitore con due ingressi su due differenti zone. Sarebbe buona norma collegare sempre il minor numero possibile di sensori sotto la stessa zona (se sono volumetrici non bisognerebbe mai più di uno per zona), questo diventa fondamentale quando si ha bisogno di risalire ad un falso allarme o si ha necessità di escludere un sensore (magari guasto), se avrò collegato quattro differenti sensori sotto la stessa zona per forza di cose verrano esclusi tutti assieme. I contatti magnetici normalmente sono soggetti a molti meno guasti e falsi allarmi dei volumetrici, quindi collegarne diversi sotto la stessa zona spesso non comporta grossi problemi, ma tanti produttori di centrali raccomandano di non superare i dieci sensori per zona per via delle dispersioni che ne deriverebbero.
24h
vedi anche Tamper.
Una zona attiva 24h si intende una zona che genera un allarme tutte le volte che viene sollecitata, anche ad impianto disinserito, le centrali di allarme a volte hanno una zona dedicata a questa funzione, altre volte è una delle zone disponibili che deve essere programmata in questo modo.